Boscotrecase: Il Cuore della Tradizione Vesuviana 

Adagiato sulle pendici del Vesuvio, Boscotrecase è un gioiello nascosto della provincia di Napoli, un borgo che incanta per la sua autenticità e il profondo legame con la tradizione
IL borgo ha una storia millenaria che si intreccia con la natura vulcanica del territorio e le vicende delle antiche dinastie. Dopo l'eruzione del 79 d.C., la zona fu abbandonata e coperta da una fitta foresta, nota come Silva mala (“foresta cattiva”). Intorno all’anno 1000, il territorio faceva parte del feudo del Barone di Ottaviano, che costruì una chiesa dedicata a San Gennaro. Nel XIII secolo, Federico II di Svevia trasformò l’area in una riserva di caccia personale, ma successivamente tornò sotto il controllo della Baronia. Nel 1337, Roberto d’Angiò donò il territorio a tre conventi, da cui deriva il nome Boscotrecase, ossia “Bosco delle Tre Case”. 

Nel XIV e XV secolo, Raimondo Orsini del Balzo, conte di Nola, fece erigere torri di avvistamento contro le incursioni piratesche, alcune delle quali sopravvivono ancora oggi. Nel XVI e XVII secolo, il borgo crebbe rapidamente, formando i quartieri di Oratorio e Annunziatella. Durante questo periodo, chiese come Sant’Anna e Ave Gratia Plena furono costruite ed ampliate grazie alle donazioni della nobiltà locale.
Il XVIII secolo rappresentò un’epoca d’oro per Boscotrecase. Con una popolazione superiore a 10.000 abitanti, il borgo prosperava grazie all’agricoltura, in particolare alla coltivazione di vigneti, e all’artigianato. La pietra vulcanica estratta qui era richiesta in tutto il Regno di Napoli per costruzioni e sculture. La produzione di botti, un’attività artigianale tradizionale, continua ancora oggi.
Il XIX secolo vide il declino del sistema feudale e l’assegnazione dei terreni a famiglie locali. Tuttavia, Boscotrecase affrontò periodi turbolenti, tra cui l’assalto dei briganti, come il famoso Antonio Cozzolino, detto "Pilone". Con l’aumento del turismo, il paese si trasformò in una meta per i visitatori del Vesuvio, grazie anche alla costruzione della Strada Matrone nel 1894, che conduce al cratere del vulcano.
Il 1906 segnò un momento drammatico nella storia del borgo, quando una violenta eruzione minacciò Boscotrecase. La devozione degli abitanti alla patrona Sant’Anna portò alla famosa processione che, secondo la tradizione, salvò il paese dalla distruzione.
Il territorio è famoso per la produzione vinicola: qui il Lacrima Christi, il celebre vino vesuviano, trova il suo habitat ideale grazie alla fertilità del terreno lavico. Passeggiare tra i vigneti di Boscotrecase è un’esperienza che unisce natura e storia, immersi in un panorama mozzafiato che spazia dal mare al Vesuvio.
Non solo natura, ma anche arte e archeologia caratterizzano il borgo. Poco distante si trovano le antiche ville romane di Oplonti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che testimoniano la ricchezza culturale dell’area. In paese, le tradizioni religiose e popolari vivono ancora nelle festività come la celebrazione di Sant’Anna, un momento di grande partecipazione comunitaria.
Boscotrecase è più di una meta turistica: è un luogo in cui il tempo sembra rallentare, dove la bellezza semplice della Campania si svela nella sua forma più autentica.



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