Salento: storia, cultura, vita.

Con una fortissima tradizione di turismo balneare, non sorprende che luoghi come Gallipoli mantengano la fama di eccellenza che hanno acquisito negli anni.

Oggi, però, i turisti più curiosi stanno scoprendo un lato del territorio molto più intimo, legato alla tradizione ma proiettato verso il futuro grazie a giovani professionisti locali che si impegnano ogni giorno in proposte che uniscono passato e creatività.

Ne parliamo con Paolo Adamo titolare del ristorante Il Fienile a Galatina. 

Cosa l'ha spinta a investire nel turismo sul suo territorio?

Dopo anni passati lavorando nelle cucine di tutta Europa, sentivo il bisogno di rientrare a casa per riconnettermi con le mie radici e dare a mio figlio la possibilità di crescere vicino ai nonni e alle nostre tradizioni. 

Così sono tornato nel Leccese e mi sono messo alla ricerca di un locale da poter trasformare nel mio ristorante. Stavo quasi per arrendermi quando ho trovato questo fienile del '400 a Galatina ed è stato amore a prima vista.

Un locale incredibilmente storico quindi, propone piatti della tradizione pura?


Mi piace reinventarmi e reinventare spesso i piatti che propongo, la mia cucina utilizza sempre la tradizione come trampolino di lancio per offrire un'esperienza gourmet ai miei ospiti. Alcuni piatti che offro in questo periodo, per esempio, sono i classici
purè di fave con cicorie selvatiche, friggitelli e zucchine scapece ma anche il pasticciotto salato che, seppur da sempre dolce, offro ripieno di polpo alla pignata: due elementi della tradizione che si uniscono per creare un patto totalmente nuovo ma sicuramente salentino a pieno titolo.

Quindi potremmo dire che il suo punto di forza è la creatività nella rivisitazione?


Sicuramente sì, la grandissima esperienza che ho sviluppato all'estero finisce in ogni piatto che elaboro, come per esempio la mia pol-pitta: ossia la classica frittata di patate ripiena che io servo fritta a mo' di arancina; oppure in fatto di dolci il "tirmisud" dove alla crema di mascarpone aggiungo del primitivo per dare un tocco di colore e di acidità a uno dei piatti italiani per antonomasia.

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